Neoplasie neuroendocrine non-funzionanti

Le neoplasie neuroendocrine non-funzionanti non si presentano con sindromi cliniche da inappropriata secrezione ormonale, anche se queste neoplasie possono produrre ormoni che non vengono liberati dalle cellule, risultano biologicamente inerti, o sono liberati nel sangue in quantità insufficiente per causare sintomi. La maggior parte delle neoplasie neuroendocrine non-funzionanti del pancreas è ben differenziata (G1 secondo la classificazione 2010 della Organizzazione Mondiale della Sanità), e viene diagnosticata nelle fasi più tardive di malattia, quando il tumore raggiunge dimensioni tali da provocare compressione o invasione delle strutture e degli organi adiacenti al pancreas, oppure quando metastatizza ad altri organi. In generale, una proporzione variabile tra il 35% e il 70% delle neoplasie neuroendocrine non-funzionanti del pancreas viene scoperto quando ha già causato metastasi al fegato. Questo quadro è tuttavia in rapido cambiamento: grazie all’utilizzo sempre più ampio di metodiche radiologiche avanzate (TAC, Risonanza Magnetica), la diagnosi – anche casuale – di piccole neoplasie neuroendocrine non-funzionanti è in grande aumento.  

I principali sintomi di presentazione delle neoplasie neuroendocrine non-funzionanti del pancreas sono:

  • Dolore addominale
  • Perdita di peso
  • Anoressia e nausea
  • Emorragia gastrointestinale
  • Ittero 
  • Massa palpabile

Nel sospetto di una neoplasia neuroendocrina non-funzionante, lo specialista potrebbe richiedere il dosaggio di alcuni marcatori tumorali nel sangue. La cromogranina A è il principale marcatore di neoplasia neuroendocrina, e la sua concentrazione sembra correlare con la massa tumorale. Il dosaggio della cromogranina A non è attendibile al 100% per la diagnosi, non essendo sempre espressa dalle cellule tumorali. I livelli di cromogranina A nel sangue (in assenza di neoplasia) possono innalzarsi in caso di terapia con inibitori di pompa protonica, comuni farmaci utilizzati per trattare le gastriti e il reflusso gastro-esofageo (e.g. omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo). La cromogranina A è un marcatore molto utile nel follow-up per valutare la risposta alle terapie. Spesso il dosaggio della cromogranina A è associato alla misurazione nel sangue di altre sostanze, come il polipeptide pancreatico, per aumentare l’accuratezza diagnostica. 

Lo studio radiologico dedicato e la stadiazione di malattia determineranno il tipo di trattamento, radicalmente diverso per neoplasie localizzate, neoplasie localmente avanzate e neoplasie metastatiche. La strategia andrà ritagliata sul singolo paziente, anche in base alla presenza di altre patologie e alla aspettativa di vita. Il paziente dovrebbe sempre essere indirizzato verso centri di esperienza ad alto volume, al fine di ottimizzare la scelta chirurgica e ridurre la morbilità legata al possibile intervento.