IPMN periferiche

Le IPMN periferiche sono caratterizzate da interessamento esclusivo dei dotti secondari, e si presentano tipicamente come  dilatazioni cistiche ”a grappolo” site nella testa o nel processo uncinato del pancreas. Sono definite multifocali quando coinvolgono diversi dotti periferici non contigui. Il dotto pancreatico principale è di calibro normale (per convenzione < 4mm alla testa del pancreas e < 3 mm alla coda). Per fare diagnosi radiologica di IPMN periferica è necessario dimostrare radiologicamente la comunicazione della lesione cistica con il dotto pancreatico principale.

La diagnosi di IPMN periferica è occasionale nella maggior parte dei pazienti, in una minoranza di casi possono essere presenti sintomi, simili a quelli già elencati per le forme centrali/miste:

  • dolore addominale
  • episodi di pancreatite acuta
  • ittero
  • difficoltà a digerire 

Il rischio di malignità nelle IPMN periferiche è molto più basso rispetto alle forme centrali/miste, ed è stato stimato intorno al 20-25%. Il reale tasso di degenerazione non è tuttavia ben conosciuto, perchè la maggior parte dei pazienti è trattata conservativamente (sorveglianza radiologica) e non esistono in letteratura esperienze con follow-up sufficientemente lungo. 

I fattori correlati con un comportamento biologico aggressivo sono la presenza di sintomi rilevanti (e.g. ittero, calo ponderale) e la presenza di caratteristiche ad elevato rischio secondo le linee guida della International Association of Pancreatology (noduli murali che prendono contrasto). Anche la presenza di caratteristiche di allerta (cisti > 3 cm, presenza di noduli murali che non prendono contrasto, pareti della cisti ispessite che prendono contrasto, dilatazione del dotto principale durante il follow-up) deve essere tenuta particolarmente in considerazione.  

La gestione dei pazienti con IPMN periferiche è altamente dibattuta. Il principale problema consiste nell’identificare il gruppo di pazienti che beneficia della resezione chirurgica, vista la bassa incidenza di degenerazione maligna e l’elevato impatto degli interventi di resezione pancreatica, sia a breve termine (complicanze postoperatorie) sia a lungo termine (insufficienza pancreatica esocrina ed endocrina). Anche il tipo di approccio chirurgico (resezioni pancreatiche formali, duodenocefalopancreasectomia, pancreasectomie sinistre versus resezioni atipiche, pancreasectomia intermedia ed enucleazione) è dibattuto. I pazienti sottoposti a resezione chirurgica devono sempre essere informati riguardo la possibile necessità di allargare l’intervento sino alla pancreasectomia totale, nel caso di positività per displasia grave/carcinoma alla trancia di resezione o per neoplasie multifocali. 

In linea generale (l’approccio è adattato al singolo caso), la gestione attuale delle IPMN periferiche è la seguente:

  • Neoplasie Sendai-negative alla diagnosi: follow-up clinico-radiologico, di norma a cadenza annuale.
  • Neoplasie con caratteristiche di allerta alla diagnosi: stretto follow-up clinico-radiologico, anche a cadenza semestrale
  • Neoplasie con caratteristiche ad alto rischio alla diagnosi: resezione chirurgica
  • La presenza di sintomi correlati alla neoplasia alla diagnosi (ittero, calo ponderale, pancreatite acuta anche ricorrente) può costituire una indicazione alla chirurgia
  • Nei pazienti in follow-up, la comparsa di caratteristiche radiologiche di allerta/alto rischio, la comparsa di sintomi correlati alla neoplasia, l’innalzamento dei marcatori tumorali (Ca 19.9) nel siero costituiscono indicazione alla chirurgia

La maggior pare delle IPMN periferiche è istologicamente costituita da un epitelio di tipo gastrico. La degenerazione in senso maligno è poco frequente ma tipicamente in carcinoma di tipo tubulare, una neoplasia a comportamento biologico molto aggressivo, simile al classico adenocarcinoma duttale del pancreas.