Adenocarcinoma duttale – neoplasia localmente avanzata

Un adenocarcinoma duttale pancreatico si definisce localmente avanzato (stadio III) quando infiltra alcuni vasi arteriosi situati in stretta prossimità del pancreas, l’arteria mesenterica superiore e il tronco celiaco. Il coinvolgimento neoplastico della arteria mesenterica superiore, che irrora tutto l’intestino tenue e circa metà del colon, è tipico delle neoplasie della testa del pancreas; mentre il coinvolgimento del tronco celiaco è tipico delle neoplasie del corpo-coda. Il tronco celiaco è un breve vaso che si divide in tre rami, deputati all’irrorazione del fegato, di parte dello stomaco e della milza. Per maggiori informazioni sui rapporti vascolari del pancreas clicca qui

Se lo specialista dovesse sospettare sulla base del quadro clinico e radiologico la presenza di un adenocarcinoma duttale localmente avanzato, è molto probabile che richieda un agoaspirato percutaneo (prelievo di una piccola porzione di neoplasia mediante puntura con ago sottile dall’esterno, sotto guida ecografica) o un agoaspirato in ecoendoscopia (prelievo trans-gastrico o trans-duodenale di una piccola porzione di neoplasia durante un esame ecoendoscopico). Il campione è esaminato al microscopio da un patologo per confermare il sospetto diagnostico (diagnosi citologica).

In caso di sintomi correlati con la presenza della neoplasia, potrebbe essere indicato un trattamento palliativo per risolvere i sintomi stessi:

  • Se presente ittero da compressione/infiltrazione neoplastica della via biliare principale, lo specialista potrebbe decidere di posizionare uno stent (protesi tubolare in plastica o in metallo) per via endoscopica o un drenaggio biliare percutaneo (un piccolo tubo in plastica inserito direttamente dentro il fegato), vedi la sezione dedicata alla diagnostica.
  • Se necessario, può anche essere eseguito un intervento chirurgico di bypass (biliare e/o gastrico se associati sintomi di occlusione intestinale). Durante l’intervento può essere prelevato un frammento di neoplasia per permettere la diagnosi istologica, o possono essere eseguiti agoaspirati per diagnosi citologica.
Una volta ottenuta la diagnosi, è sempre eseguita una valutazione da parte dello specialista Oncologo per l’esecuzione di una terapia medica. Esistono due tipologie di approccio, sarà compito del team oncologico indicare il trattamento più adatto al singolo caso. Il primo approccio consiste in un regime di chemioterapia, il secondo nella combinazione di chemioterapia e radioterapia (chemio-radioterapia). Sono disponibili diversi regimi chemioterapici (con diversi farmaci) e chemio-radioterapici, ma non esistono in letteratura dimostrazioni di netta superiorità di un regime rispetto all’altro. 

Alla conclusione del ciclo di chemioterapia o di chemio-radioterapia segue una rivalutazione clinica e radiologica della risposta terapeutica (re-stadiazione). Solitamente è eseguita una TAC ed è dosato nel sangue il marcatore tumorale Ca 19.9. In sintesi, si possono verificare i seguenti casi: 

  • Regressione di malattia sino a uno stadio di resecabilità (down-staging). Ciò significa che lo specialista Chirurgo potrebbe consigliare l’intervento per tentare l’asportazione radicale della neoplasia. Con i nuovi regimi di chemioterapia e di chemio-radioterapia la regressione di malattia è diventata un’evenienza sempre più frequente, e le resezioni pancreatiche radicali di adenocarcinomi duttali inizialmente localmente avanzati sempre più numerose.
  • Stabilità di malattia. Significa che la neoplasia persiste localmente avanzata. In questo caso gli specialisti che hanno in carico il paziente potrebbero decidere di proseguire con il trattamento medico o potrebbero proporre l’inclusione in un protocollo sperimentale, come la termoablazione per radiofrequenza. Per maggiori informazioni sulla radiofrequenza dell’adenocarcinoma localmente avanzato clicca qui.
  • Progressione di malattia. Significa che la malattia, pur non metastatizzando, è cresciuta; oppure che si è estesa oltre il pancreas dando metastasi a distanza. La più comune sede di metastasi è il fegato. Lo specialista potrebbe decidere di proseguire il trattamento chemioterapico, anche con protocolli differenti (di seconda linea), o potrebbe proporre l’inclusione in trial clinici sperimentali (inclusa la radiofrequenza se la malattia non è metastatica). Per maggiori informazioni sulla malattia metastatica clicca qui
I pazienti proseguiranno con un costante protocollo follow-up clinico e radiologico, a cura del nostro centro e del centro oncologico di fiducia.