Anastomosi Wirsung-digiunali

Una componente critica del quadro di pancreatite cronica è l’ipertensione del dotto pancreatico principale (di Wirsung), che deriva dalla fibrosi del pancreas e dalla conseguente formazione di stenosi, con o senza calcificazioni intraduttali. Il razionale degli interventi di anastomosi Wirsung-digiunale è la decompressione e il drenaggio del dotto pancreatico principale in un’ansa intestinale. 

La decompressione longitudinale del dotto di Wirsung (al corpo e alla coda del pancreas) in un’ansa del tenue defunzionalizzata è stata descritta a fine anni ’50 da Puestow. La tecnica è stata modificata nel 1960 da Partington e Rochelle (anastomosi Wirsung-digiunale longitudinale latero-laterale). Brevemente, dopo l’accesso alla loggia pancreatica, si localizza il dotto di Wirsung, che viene inciso longitudinalmente dalla regione caudale sino all’istmo del pancreas, a sinistra dell’arteria gastroduodenale. Segue il confezionamento di una lunga anastomosi con un’ansa digiunale esclusa dal transito alimentare. La decompressione al corpo-coda è indicata in pazienti con dotto dilatato e dolore intrattabile. Secondo i dati di letteratura, circa l’80% degli operati riferisce immediata remissione del dolore, che – tuttavia – tende a ripresentarsi nell’arco di 3-5 anni nel 30% dei casi, probabilmente per “attività” di malattia a livello della testa del pancreas.

L’intervento di Partington-Rochelle non è proponibile nei pazienti con il dotto pancreatico principale non dilatato (< 5 mm) o con il dotto che presenti importanti variazioni di calibro. E’ stata proposta da Izbicki una modifica tecnica che prevede, dopo l’apertura del dotto pancreatico, l’escavazione di un canale più largo per permettere una anastomosi pancreatico-digiunale longitudinale ampia e che garantisca una adeguata decompressione. 

Per approfondire:

Andersen DK, Frey CJ. Ann Surg. 2010;251:18-32.