Ritardato svuotamento gastrico

Il ritardato svuotamento gastrico è una complicanza abbastanza comune dopo interventi di duodenocefalopancreasectomia. Consiste in un complesso di alterazioni della motilità dello stomaco, che a sua volta provoca:

  • Necessità di mantenere o reinserire il sondino naso-gastrico (che normalmente viene rimosso il giorno stesso dell’intervento o il giorno successivo)
  • Inabilità a tollerare una dieta solida (che normalmente viene offerta al paziente a partire dalla III giornata postoperatoria)
  • Vomito e distensione gastrica
  • Utilizzo di farmaci procinetici (favorenti la motilità gastrica) 

I meccanismi alla base del ritardato svuotamento gastrico non sono ben conosciuti. Sembra che l’assenza degli ormoni prodotti dal duodeno (rimosso in blocco con la testa del pancreas) e la denervazione della regione antro-pilorica (la parte finale dello stomaco) causata dall’intervento chirurgico contribuiscano in qualche maniera alla genesi di questa complicanza. La tecnica di esecuzione dell’intervento stesso è un altro fattore che sembra avere un ruolo sostanziale, anche se in letteratura non esitono ancora dimostrazioni convincenti. In particolare, l’intervento con preservazione del piloro e il confezionamento dell’anastomosi digestiva al davanti del colon sembrano associati a una incidenza minore di ritardato svuotamento gastrico. Anche l’insorgenza di fistola pancreatica e di raccolte intra-addominali sono fattori di rischio documentati.

L’incidenza di ritardato svuotamento gastrico nelle varie casistiche di centri ad ato volume varia tra il 20 e il 25%. Oltre ai criteri diagnostici descritti sopra, può essere necessario eseguire un Rx dinamico con mezzo di contrasto delle prime vie digestive per studiare il tempo di transito del contrasto stesso nello stomaco e attraverso l’anastomosi duodeno-digiunale o gastro-digiunale. Può anche essere necessario eseguire una esofagogastroduodenoscopia per studiare la mucosa gastrica, verificare la pervietà dell’anastomosi digestiva e l’eventuale presenza di ulcere nell’area dell’anastomosi stessa.

Similmente alla fistola pancreatica, è stato proposto un sistema di classificazione in tre gradi in base all’impatto clinico. 

  • Il ritardato svuotamento gastrico di grado A è caratterizzato da un lieve rallentamento nell’assunzione di una dieta solida e/o da un breve periodo di reinserzione del sondino naso-gastrico, non comporta alcun particolare intervento e non modifica significativamente la degenza postoperatoria. 
  • Il ritardato svuotamento gastrico di grado B richiede il ricorso a nutrizione artificiale (enterale o parenterale), l’utilizzo di farmaci procinetici e comporta un allungamento della degenza postoperatoria.
  • Nel ritardato svuotamento gastrico di grado C può essere necessario un nuovo intervento chirurgico per risolvere la complicanza.

La gestione del ritardato svuotamento gastrico può essere impegnativa e richiedere un approccio multidisciplinare, con la collaborazione di consulenti gastroenterologi e nutrizionisti. 

 

Per approfondire:

Wente MN, et al. Surgery 2007;142:761-768.