PlaNET: Gruppo interdisciplinare sulle neoplasie neuroendocrine del tratto gastro-entero-pancreatico

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ha costituito il gruppo interdisciplinare sulle neoplasie neuroendocrine del tratto gastro-entero-pancreatico (plaNET). La missione del gruppo è di sostenere e portare a livello di “sistema” le esperienze maturate da gruppi di professionisti appartenenti a diverse Unità Operative. Il gruppo aziendale comprende le seguenti professionalità:

  • Oncologia Medica (Prof. Giampaolo Tortora, Dott.ssa Sara Cingarlini) 
  • Chirurgia B – Istituto del Pancreas (Prof. Claudio Bassi, Dott. Giovanni Butturini, ed equipe) 
  • Chirurgia A – Chirurgia del Fegato (Prof. Alfredo Guglielmi, Prof. Calogero Iacono, Dott. Andrea Ruzzenente)
  • Radiologia (Prof. Roberto Pozzi Mucelli, Prof. Riccardo Manfredi, Dott. Mirko D’Onofrio, Dott.ssa Giulia Zamboni, Dott. Roberto Malagò)
  • Medicina Nucleare (Prof. Marco Ferdeghini) 
  • Anatomia Patologica e Patologia Molecolare (Prof. Marco Chilosi, Prof. Aldo Scarpa, Dott.ssa Paola Capelli)          
  • Medicina Interna D – Endocrinologia (Prof. Luciano Cominacini, Dott. Giuseppe Francia, Dott.ssa Maria Vittoria Davì)
  • Gastroenterologia – Istituto del Pancreas (Prof. Luigi Benini, Prof. Luca Frulloni)

Il gruppo plaNET si riunisce una volta alla settimana (il giovedì pomeriggio) per la discussione di casi clinici, la gestione e la condivisione dei percorsi di diagnosi e di cura. Abbiamo fatto qualche domanda al Dott. Giovanni Butturini, il componente della nostra equipe che si interessa maggiormente di neoplasie neuroendocrine:

Perché è importante la costituzione di un gruppo di lavoro sulle neoplasie neuroendocrine gastro-entero-pancreatiche?

I tumori neuroendocrini del tratto gastro-entero-pancreatico sono un gruppo di neoplasie molto eterogenee nel comportamento biologico, e non sono così rare come si pensava. Il numero di diagnosi negli ultimi 10-15 anni è costantemente aumentato, e la presentazione clinica può variare notevolmente, anche in base agli ormoni che le neoplasie potrebbero produrre. La diagnosi e la gestione delle neoplasie neuroendocrine può essere complessa e richiedere diverse professionalità, da cui la necessità di un gruppo interdisciplinare esperto, per predisporre la giusta sequenza di indagini diagnostiche, interpretarne i risultati, e indicare il piano terapeutico più adeguato per ogni singolo paziente.  

Quali sono le principali “problematiche aperte” nelle neoplasie neuroendocrine gastro-entero-pancreatiche?

A causa della maggiore diffusione sul territorio di metodiche radiologiche avanzate (TC, Risonanza Magnetica) e al miglioramento tecnologico dell’ecografia addominale, giungono sempre più frequentemente alla nostra osservazione pazienti con un piccolo tumore pancreatico diagnosticato per caso e di probabile natura neuroendocrina. Il nostro compito è di confermare la diagnosi, se necessario, e di distinguere le forme aggressive (che vanno trattate tempestivamente) dalle forme benigne, che possono essere trattate con tecniche mini-invasive o addirittura possono essere tenute in osservazione. Un altro problema aperto è il trattamento delle forme metastatiche al fegato. Le neoplasie metastatiche sono spesso non-funzionanti, non producono cioè ormoni e restano silenti fino a che non diventano di grosse dimensioni o danno appunto metastasi al fegato. Il loro piano terapeutico è estremamente complesso, e richiede una valutazione attenta caso per caso. Quando possibile, la chirurgia ha comunque un ruolo-chiave, e grazie al gruppo plaNET è stata incrementata l’attività di interventi combinati fegato-pancreas per il trattamento di neoplasie neuroendocrine pancreatiche con metastasi epatiche resecabili. 

Quali sono le nuove tecniche chirurgiche per il trattamento delle neoplasie neuroendocrine?

Le nuove tecniche applicabili alle neoplasie neuroendocrine sfruttano l’approccio chirurgico mini-invasivo. In pazienti con una neoplasia neuroendocrina piccola (<2 cm, che ha scarsa probabilità di malignità), o in determinate neoplasie funzionanti (e.g. l’insulinoma) le tecniche laparoscopiche e robot-assisitite possono essere applicate con sicurezza, evitando la classica lunga incisione addominale, riducendo i tempi di ripresa dall’intervento e i laparoceli post-chirurgici. L’utilizzo delle tecniche mini-invasive su neoplasie di maggiori dimensioni o con caratteristiche di malignità non è ancora standardizzato, anche se le poche esperienze pubblicate in letteratura hanno dimostrato pari efficacia in termini di radicalità oncologica, linfoadenectomia, e risultati a medio-lungo termine.

Per maggiori informazioni sulle neoplasie neuroendocrine del pancreas clicca qui, per maggiori informazioni sulla chirurgia mini-invasiva del pancreas clicca qui.

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