Anastomosi pancreatica dopo duodenocefalopancreasectomia

La duodenocefalopancreasectomia è un complesso intervento chirurgico eseguito per neoplasie e particolari condizioni infiammatorie della testa del pancreas. Per maggiori informazioni su questo intervento clicca qui. Il pancreas residuo è anastomizzato (cioè riattaccato mediante punti di sutura) a un tratto dell’intestino, per permettere il normale scarico dei succhi pancreatici nell’intestino stesso.

Esistono diverse tecniche di anastomosi pancreatica, le più comuni sono la pancreaticodigiunoanastomosi (pancreas-digiuno) e la pancreaticogastroanastomosi (pancreas-stomaco). Il dibattito su quale delle due tecniche sia superiore nel limitare l’incidenza di fistola pancreatica è stato molto intenso negli ultimi 10 anni.

Uno degli studi comparativi randomizzati è stato condotto nel 2005 a Verona, e non ha dimostrato sostanziali differenze in termini di fistola tra le due tecniche. Recentemente, un altro studio randomizzato condotto nei maggiori ospedali del Belgio ha mostrato che in pazienti con neoplasie della testa del pancreas/regione periampollare la pancreaticogastroanastomosi è associata a un minore tasso di fistola pancreatica postoperatoria (Topal et al, Lancet Oncol 2013;14:655-662). 

Il dibattito resta dunque aperto. Sulla rivista Nature Reviews Gastroenterology and Hepatology, il Dott. Malleo e il Prof. Bassi hanno discusso le recenti novità sul tema, sottolineando che entrambe le tecniche devono essere parte del bagaglio tecnico del chirurgo pancreatico. La scelta della tecnica da applicare nel singolo caso sarà valutata in base a vari fattori, tra cui l’età del paziente, la malattia pancreatica presente, e la funzionalità pancreatica (insufficienza esocrina e presenza di diabete) al momento dell’intervento.

 

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